Veniamo al mondo in balia del caos e passiamo la vita a cercare di arginarlo. Spesso riesce bene, altre volte va molto male. Nel corso degli ultimi tre mesi mi sono soffermato a pensare su cosa, veramente, ci aiuti a governare questo disordine universale di eventi. E credo di aver trovato quella che per me è la risposta che più si avvicina alla verità.
Siamo a Tassing, precisamente nel monastero e siamo un miniaturista che ha lasciato i suoi studi universitari per seguire la sua passione: l’arte. Appena arrivati nello scriptorium, uno dei pochi rimasti nella germania del XVI secolo, ci si pongono davanti una serie di dialoghi su come presto quel posto verrà chiuso ed abbandonato. Pentiment è uno di quei giochi che punta ad intrattenere e lo fa egregiamente. Ma non ci tiene nascosto nulla. Subito si dirama in una serie di scelte, che si espandono in altre e così a cascata. Uno degli aspetti che più mi ha colpito è che “come nella vita vera” le scelte importanti non vengono segnalate finché non vengono selezionate. Siamo a cena nella mensa del convento, un nobile in visita chiede all’abate di discutere delle tavole di Martin Lutero ed invita anche me ad esprimere la mia opinione. Io, da ospite della chiesa, ho preferito non immettermi nella discussione su un tema così scottante in quel periodo storico. In quel momento appare la scritta “QUESTO VERRÀ RICORDATO” e il nobile, ritrovato solo a cercare di intavolare un discorso, viene invitato ad allontanarsi dalla mensa. Di conseguenza, in quel momento, ho realizzato che le scelte che facciamo influenzano il nostro modo di vivere quanto quello degli altri. In un mondo caotico come quello del XVI secolo una delle poche cose che ho imparato dai podcast di Barbero è che le scelte dei nobili condizionano sempre quelle dei contadini. E da una storia sui libri, la miniatura e la stamperia diventa una storia su un omicidio, quello del nobile che ha infastidito la cena. Il primo accusato fu il mio mentore nell’abbazia. Piero, anziano scriba e miniaturista che a stento riusciva a tenere un pennello in mano, secondo i fatti, avrebbe preso con la forza il coltello del nobile per poi ucciderlo. Mi sono ritrovato ad indagare su chi fosse il vero assassino, con la consapevolezza che le mie scelte sbagliate hanno un enorme peso sul corso degli eventi. Ho seguito minuziosamente delle piste, quasi certo di chi fosse stato e nel momento della consulta col giudice:“QUESTO VERRÀ RICORDATO”
Da lì a poco un innocente sarebbe stato giustiziato anche se la mia testimonianza riguardava solo l'averlo visto litigare con il nobile.
Salvare il mio mentore o farlo condannare lasciando intatto il villaggio? Accettare un lavoro che non so se sono in grado di fare? Iniziare ad andare in palestra ed investire tempo e denaro per la mia salute? Fidarmi delle persone? Non esiste una scelta giusta. Mai esisterà. L’unica cosa che posso fare è seguire quello che secondo me è giusto ed essere pronto a ritrattare nel momento in cui mi renda conto di aver fatto una scelta sbagliata pagandone, purtroppo, le conseguenze. Confrontandomi con me stesso e con gli altri ho realizzato che non stavo vedendo la situazione dal punto giusto. Il caos non è la domanda ma la risposta, Cosa rende la nostra vita così unica?